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La temperatura a terra: perché conoscerla?

  • 29/06/2022
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La temperatura a terra, da non confondere con la temperatura dell’aria impiegata per le previsioni meteorologiche, è un parametro molto utile da conoscere perché rileva la quantità reale di energia che si irradia dalla Terra. Ne consegue, dunque, che la temperatura effettiva della superficie terrestre – “Land Surface Temperature” (LST) – è, significativamente, più alta della temperatura dell’aria.

Due giorni fa, mentre a Roma la temperatura dell’aria sfiorava i 41°C per la prima volta negli ultimi 500 anni, la temperatura a terra, in Puglia e in Sicilia, raggiungeva i 55°C.

Non chiamiamole più, per favore, “ondate di calore” o “caldo killer”, come ho letto su un quotidiano locale, come se fossero ancora fenomeni temporanei straordinari. Non c’è niente di straordinario in una crisi climatica sempre più sconvolgente e i cui impatti sociali e ambientali stanno assumendo una loro progressiva cronicità.

I fenomeni estremi indotti dai cambiamenti climatici, come le isole di calore e le alluvioni, sono ormai irreversibili e sono processi che occorrerebbe urgentemente affrontare se non vogliamo ritrovarci, già in questo decennio, in un Paese inospitale e in un Mezzogiorno trasfigurato dalla desertificazione.

Gli studiosi e gli scienziati del clima lo ripetono da anni: siamo in un nuovo regime climatico che potrebbe accelerare la sesta estinzione di massa. Servono soluzioni radicali e naturali per affrontare questa transizione antropologica ed ecologica. I Sindaci, in modo particolare, non lo hanno ancora capito o, peggio, fingono di non capire, facendo pochissimo per la giustizia climatica locale che è anche giustizia sociale e giustizia intergenerazionale.

Bisognerebbe deimpermeabilizzare le superfici pavimentate; ridurre i parcheggi e la mobilità privata su mezzi inquinanti; limitare l’espansione urbana e il nuovo consumo di suolo preferendo la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. E, ancora, installare pannelli fotovoltaici o mini-eolici su ogni copertura pubblica o privata, come nelle aree industriali sottoutilizzate per farne hub energetici di prossimità.

Ancora, piantare migliaia di alberi e fiori ovunque possibile perché nelle città possano prosperare i corridoi ecologici per gli impollinatori e le soluzioni basate sulla natura per un benessere armonico ed ecosistemico; investire, infine, nell’economia circolare, sin dalla prevenzione e riduzione a monte dei rifiuti, perché non possiamo lasciare alle prossime generazioni un ingiustificabile e insostenibile debito ecologico causato dalla nostra avidità e stupidità.

Fonte: INGVambiente

P.s. In foto, la temperatura a terra del nostro Paese rilevata dal satellite Sentinel3 del programma europeo di telerilevamento Copernicus e rilasciata dall’Agenzia Spaziale Europea.

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Ingegnere e urbanista. Giornalista ambientale e Segretario Generale di Greenaccord Onlus

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