“Quando gli stati saranno liberati dall’importazione di petrolio, carbone e gas, la geopolitica sarà rivoluzionata“.
Secondo l’istituto di ricerca Carbon tracker, che ha recentemente pubblicato il rapporto “The sky’s the limit” e per come ne scrive Internazionale (riprendendone il titolo, seppur con tono dubitativo), non ci sono dubbi: non solo le rinnovabili concorrono alla pace riducendo gli shock geopolitici internazionali, ma anche favoriscono, a costi sempre più bassi, la conversione ecologica e la transizione energetica dei nostri modelli di produzione e consumo.
Per i ricercatori della Oxford Martin School, infatti, il fotovoltaico (i cui pannelli possono essere anche recuperati e riciclati), l’eolico, i sistemi di accumulo e le celle elettrolitiche (che producono idrogeno a partire da acqua ed elettricità) seguono “un percorso di crescita perfettamente prevedibile, in linea con quello di altre tecnologie come microchip, telefoni, computer. Ogni volta che la capacità installata di impianti solari, eolici e batterie raddoppia, i costi diminuiscono di una percentuale fissa“, secondo la curva di Wright.
E non potrebbe essere diversamente, per la gratuità della luce del sole e del vento, a differenza dei combustibili fossili.
Ne consegue, pertanto, che progetti innovativi, incardinati sulla cooperazione internazionale e sul federalismo energetico, come quelli sperimentati dall’Olanda e dai paesi scandinavi sull’eolico off-shore rappresentano un modello virtuoso da studiare e da replicare ovunque possibile: la realizzazione di hub energetici – ossia “enormi prese di corrente al centro del Mare del Nord” – permetteranno la connessione di più parchi eolici “nazionali” con un beneficio sia economico sia tecnologico, con reti elettriche più stabili e affidabili.
L’innovazione tecnologica e la cooperazione politica, la diffusione degli impianti rinnovabili e la riduzione degli sprechi, dunque, accelereranno la decarbonizzazione e l’elettrificazione “green” perché sono le uniche modalità economicamente convenienti e ambientalmente intelligenti per reagire al rincaro delle bollette e delle materie prime, nonché per trasformare le crisi in opportunità per uno sviluppo sostenibile inclusivo e generativo che non lasci indietro nessuno.